07 agosto 2009

ANURAG KASHYAP: INTERVISTA ESCLUSIVA

(English text at the bottom)

Anurag Kashyap, membro della giuria alla Mostra del Cinema di Venezia 2009, apprezzatissimo regista, sceneggiatore e produttore, ha cortesemente rilasciato una lunga intervista al nostro blog. 

Parte prima: Anurag Kashyap e il suo cinema.

1 - Lei ha collaborato alla sceneggiatura di Satya, un capolavoro della cinematografia hindi. Quali emozioni prova oggi nei riguardi di quel film?
Kashyap: Penso tuttora che sia stato il miglior prodotto che abbiamo realizzato (non è una pellicola solo mia). Dico sempre che Satya è stato una scuola di cinema per me.

2 - Lei ha diretto Black Friday e prodotto Aamir. Entrambi trattano di terrorismo. Pensa che il cinema possa scuotere l'opinione pubblica - soprattutto in India - e indurla a riflettere su questo argomento?
Kashyap: Non so se possa rendere le persone consapevoli oppure no. Influisce su alcuni spettatori. Mi auguro possa scuotere le coscienze; tristemente nulla lo fa. La gente è egoista, nel senso che tutti cercano di sopravvivere e considerano queste cose come se non potessero accadere a loro. Talvolta il compito del cinema, quando è attento ai problemi politici e sociali, è solo quello di reggere lo specchio e mostrarci ciò che avviene intorno a noi. Non può fare di più. Con l'eccezione di Black Friday e di Aamir, tutti i film che ho girato sono in larga parte personali.

3 - No smoking è fra le più sperimentali pellicole hindi mai realizzate. In alcuni aspetti ricorda il gusto per il grottesco di Fellini. Qual è l'importanza di No smoking per un regista non convenzionale come lei?
Kashyap: Mi è piaciuto moltissimo girare No smoking. Nel 2007 è stato presentato in prima mondiale al Festival di Roma. Era il più personale dei miei film, ed è quello che amo di più. Era la mia storia nel senso che riguardava la mia battaglia contro le autorità, la moralità e la censura. Gli indiani non lo hanno compreso, e questo mi ha deluso. Dopo qualche tempo, No smoking ha trovato una collocazione nelle scuole di cinema e ha incontrato il favore dei cinefili, ma la scena mainstream non lo ha ancora accettato. È stato bello dirigerlo, anche se, sfortunatamente, il suo insuccesso al botteghino impedì ad altri registi di realizzare i loro progetti e ridusse al silenzio le voci più originali.

4 - Perché ha scelto John Abraham per il ruolo principale? È vero che lei aveva contattato la superstar Shah Rukh Khan, prima di proporre la parte ad Abraham?
Kashyap: John è stato l'unico ad aver capito No smoking e l'unico a volerlo interpretare. SRK mostrò interesse, ma non era sicuro che il progetto valesse la pena.

5 - La colonna sonora di No smoking è di certo una delle migliori prodotte negli ultimi anni. Com'è stata l'esperienza di lavorare col compositore Vishal Bhardwaj? Il fatto che Bhardwaj sia anche regista ha facilitato la vostra collaborazione?
Kashyap: Vishal non è stato solo il compositore ma anche uno dei produttori. Ha reso possibile la realizzazione di No smoking. Vishal ha composto inoltre le colonne sonore di Satya e di Paanch, la prima pellicola che ho diretto. Il mio rapporto con lui è sempre stato quello del maestro e dell'irritante discepolo - ed io sono il discepolo. Io cerco di pressarlo, e Vishal  finge di irritarsi, ma lui ama essere messo sotto pressione. Vishal ha dimostrato di avere fiducia in me, più di molti altri. È davvero soddisfacente lavorare con lui perché, per i miei film, estrae sempre nuove sonorità dalla sua musica.

6 - Dev. D è affascinante, sostenuto da una sceneggiatura straordinariamente fresca. Sappiamo che l'idea è stata lanciata da Abhay Deol, ma cosa l'ha motivata a svilupparla in un lungometraggio?
Kashyap: Mi ha ispirato il fatto di essermi identificato col soggetto. Scrissi la sceneggiatura nel periodo in cui mi stavo separando, e divorziando. Ero depresso, bevevo, soffrivo di abuso di sostanze, e, durante le riprese, mi innamorai di Kalki, l'attrice che interpretava Chanda. Tutte le mie diverse, contraddittorie emozioni confluirono in Dev. D.

7 - Il lavoro più grosso è stato compiuto nella definizione dei personaggi. Non ha temuto di aver osato troppo?
Kashyap: È successo tutto in modo naturale. Non sapevo che avrei dovuto temere qualcosa. Forse per ingenuità, o per innocenza. Ho solo fatto ciò che sentivo. Mi è semplicemente venuto così.

8 - Molti di noi non hanno ancora visto Gulaal. Potrebbe per favore presentarci la pellicola?
Kashyap: Ho scritto Gulaal nel 2001, nel mio periodo più arrabbiato, quando tutti i miei film venivano rifiutati e Water bloccato. Avevo problemi enormi per il modo in cui il nostro governo gestiva la libertà di espressione, e per la situazione politica del Paese. Lasciai Bombay per il Rajasthan. Nel lettore portatile avevo un solo cd, la colonna sonora di Pyaasa, e continuavo ad ascoltarlo. Da ciò emerse Gulaal: una rappresentazione di ciò che l'India è diventata in confronto a come un'India libera fu immaginata dai poeti prima dell'indipendenza. (Temo che la mia traduzione sia imprecisa. Il testo originale: 'It is a take on what India has come to vis a vis how a free India was imagined by the poets, of the pre-independence').   

Parte seconda: Anurag Kashyap e l'Italia.

1 - Lei ha spesso dichiarato di amare il cinema italiano. Potrebbe dirci quali aspetti della nostra cinematografia l'hanno emozionata di più?
Kashyap: De Sica. Vittorio De Sica ha fatto di me un regista. Fu una retrospettiva delle sue pellicole, nel 1993, ad ispirarmi. Avevo vent'anni, e prima di compierne 23 avevo scritto la mia prima sceneggiatura, Satya. Allora ciò che maggiormente mi colpì fu il realismo. E il fatto che trovai gli italiani così simili a noi nel modo in cui gestivano la famiglia e la vita in generale. Più tardi scoprii Fellini e fu pura estasi. Il suo cinema mi mostrò che non esistevano confini o freni all'immaginazione e alla creazione artistica. Non importa se ciò che esprimo è imbarazzante, infantile, non intelligente o incoerente, fintanto che è la mia voce. Poi piano piano scoprii Antonioni, Rossellini, Rosi e molti altri. La scoperta continua con Il divo, Gomorra, La meglio gioventù, eccetera.

2 - Cosa pensa del cinema italiano contemporaneo?
Kashyap: Mi piace Sorrentino e mi piacciono i suoi film. Fra i nuovi registi italiani, è il migliore e la voce più potente. Mi è piaciuto molto anche Romanzo criminale di Michele Placido. L'ho visto al Tribeca. Sua figlia ha interpretato la pellicola (Barah Aana - nota di Cinema Hindi) scritta dal regista di Aamir. La meglio gioventù, Il passato è una terra straniera, Mio fratello è figlio unico, Giorni e nuvole, per citare alcuni dei film più recenti che ho molto apprezzato. Mi piacciono persino i gialli degli anni sessanta e settanta.

3 - Secondo lei cosa accomuna il cinema italiano e quello hindi?
Kashyap: I legami familiari e il modo in cui le figure femminili vengono rappresentate sullo schermo.

4 - No smoking è stato presentato in prima mondiale al Festival di Roma due anni fa. Le recensioni critiche furono tutte positive. Cosa ricorda di quell'esperienza?
Kashyap: Ho amato ogni momento. I miei ricordi di Roma per la proiezione sono gli unici bei ricordi riguardo a No smoking. Ero con mia figlia, e mi sono divertito moltissimo. Fu una settimana memorabile, e non dimenticherò mai la grande accoglienza del pubblico.

5 - Lei sarà membro della giuria alla Mostra del Cinema di Venezia 2009. Dev. D e Gulaal saranno presentati fuori concorso. Cosa prova alla prospettiva di partecipare così attivamente al festival?
Kashyap: Sono eccitato come un bambino, e talvolta cerco di frenare il mio entusiasmo. Il timore più grande è che tutti scoprano che in fondo sono un bambino, più un appassionato di cinema che un regista. Dev. D è un omaggio indiretto a Fatih Akin, la cui pellicola sarà proiettata al festival (ed io la vedrò prima di chiunque altro al mondo). Jacques Rivette, Tornatore. Così tanti registi, che in varie fasi della mia vita mi hanno ispirato, saranno a Venezia con i loro nuovi lavori. Io sarò come un bambino in un negozio di dolciumi. Sono felice e orgoglioso.

6 - Secondo lei perché il pubblico italiano dovrebbe guardare i film hindi? Qualche suggerimento?
Kashyap: Gli italiani dovrebbero guardare i film indiani perché si identificheranno in essi. Dovrebbero scoprire Bimal Roy e Guru Dutt.

7 - Ritiene che sia possibile sviluppare una seria collaborazione fra l'industria cinematografica indiana e quella italiana? 
Kashyap: Certo, e credo stia accadendo. Sonali Kulkarni ha interpretato film italiani (Fuoco su di me, diretto da Lamberto Lambertini - nota di Cinema Hindi). Un regista italiano sta girando una pellicola in India basata su un racconto indiano. Il nostro grande maestro Mani Kaul sta progettando un film su Rossellini. Dovrebbero esserci - e ci saranno - più collaborazioni.

Parte terza: Anurag Kashyap e il cinema indiano.

1 - Il cinema hindi sta attraversando una fase di profondo rinnovamento. Pur conservando alcuni aspetti tradizionali, trae ispirazione dal cinema occidentale ma soprattutto sperimenta nuove strade. Secondo lei:

a) questo processo di rinnovamento quando è iniziato?
Kashyap: È partito all'incirca con Bandit Queen. All'inizio fu un processo lento, ma negli ultimi tre anni si è trasformato in un movimento che conta molti nuovi registi estranei alle famiglie storiche dell'industria cinematografica hindi.

b) in quale direzione si sta avviando?
Kashyap: Dipende da quanto coraggio mostreremo nel correre i rischi che vanno assunti. Sembra che il processo si stia indirizzando verso un'era di reinvenzione e di introspezione, e stanno emergendo molte voci inedite. Ma difettiamo ancora nelle fasi di produzione e distribuzione a sostegno di questo nuovo cinema indiano.

c) quali tradizioni verranno abbandonate e quali nuovi aspetti saranno acquisiti?
Kashyap: Mi auguro che supereremo il divismo. Nel nuovo cinema indiano vedrete più elementi che riguardano il nostro Paese e la nostra politica, le nostre lotte quotidiane e il nostro modo di vivere. Spero che anche il cinema di evasione acquisirà rilevanza. Di sicuro non abbandoneremo la tradizione delle canzoni e delle danze, ma tutto il resto diventerà più significativo. Sta già iniziando ad essere più realistico. E mi auguro di realizzare i progetti che ho in mente.

d) quali sono i registi (a parte lei) coinvolti in questo rinnovamento?
Kashyap: Ci sono Vishal Bhardwaj, Aamir Khan, Rajkumar Hirani, Rakeysh Omprakash Mehra, Dibakar Banerjee, Nishikant Kamat, Navdeep Singh, Shimit Amin, Shriram Raghavan e molti altri.

e) dobbiamo aspettarci un'invasione del cinema in lingua hindi? Una nuova era in cui il cinema indiano dominerà il mondo rimpiazzando Hollywood?
Kashyap: Sì, l'ho sempre creduto. Il resto del mondo ha esaurito i soggetti e le storie da raccontare, mentre noi stiamo ancora esplorando.

2 - Potrebbe raccontarci qualcosa della sua collaborazione col grande regista Ram Gopal Varma?
Kashyap: Ho scritto tre film per lui: Satya, Kaun e Shool. Varma ha ispirato la nostra intera nuova generazione di registi. Ho imparato ciò che dovevo imparare lavorando alla sceneggiatura di Satya.

3 - Lei ha scritturato due attori di grande talento: Kay Kay Menon e Abhay Deol. Cosa può raccontarci di loro?
Kashyap: Sono le due star con cui ho lavorato. Mentre Kay Kay sceglie i ruoli più stimolanti, Abhay sceglie le pellicole più stimolanti. Ci sono molti altri grandi attori - non star - con cui ho regolarmente collaborato, come Aditya Srivastava, Vijay Maurya, Deepak Dobriyal, Mahi Gill (che vedrete sia in Dev D che in Gulaal) e Kalki Koechlin.

4 - Delhi-6, diretto da Rakeysh Omprakash Mehra, sarà il terzo lungometraggio hindi presentato fuori concorso alla Mostra del Cinema. Cosa pensa del lavoro di Mehra? Alcuni hanno riscontrato delle similarità fra Aks e No smoking. Lei ha forse tratto ispirazione da Aks?
Kashyap: Non direi che Aks mi abbia influenzato, perchè in principio fui persino coinvolto in quel progetto. Comunque ho una grandissima opinione di Mehra, sia come regista che come persona, sia da un punto di vista sociale che intellettuale. Ho un'altissima considerazione dei suoi film, soprattutto di Delhi-6 che è il mio preferito.

5 - Aamir Khan è considerato una superstar hindi non convenzionale. Le piacerebbe lavorare con lui? E se sì, perché?
Kashyap: Ci tengo a lavorare con lui, e spero di riuscirci in Bombay velvet. Aamir è un uomo coraggioso che ha davvero cambiato la maniera in cui il pubblico indiano guarda al nostro cinema, e lo ha fatto semplicemente interpretando e sostenendo fino in fondo le sue pellicole.

6 - Guarda spesso film indiani non in lingua hindi? Se sì, potrebbe consigliarci dei titoli?
Kashyap: Sì, lo faccio quando ne vengo a conoscenza. Recentemente ho visto Subramaniapuram, un'ottima pellicola tamil, e molti film del nuovo cinema in lingua marathi, cinema che sta vivendo un periodo di grande rinascita.

7 - Ritiene che il cinema indiano non in lingua hindi possa provocare lo stesso impatto sul pubblico occidentale del cinema hindi?
Kashyap: Sì, se ottiene la stessa visibilità. A volte penso che il cinema non hindi abbia maggior potenzialità e maggior coraggio di quello hindi.

Ringrazio infinitamente Anurag Kashyap per la disponibilità ed affabilità. 
(Grazie ad Aline per l'idea e per la traduzione in inglese delle mie domande. Aline ha pubblicato l'intervista anche nel suo blog. Grazie a Diana).

Vedi anche:
- fotografie della Mostra del Cinema di Venezia 2009: clicca l'argomento FEST 2009 nella sezione Photo Gallery